Scompenso cardiaco acuto scompensato: i pazienti possono continuare ad assumere i beta bloccanti


Lo studio B-CONVINCED ( Beta-blocker CONtinuation Vs. INterruption in patients with Congestive heart failure hospitalizED for a decompensation episode ) ha valutato l’opportunità o meno di interrompere la terapia con un beta-bloccante durante insufficienza cardiaca acuta scompensata.

Lo studio di non-inferiorità, randomizzato, controllato, in aperto, ha confrontato la continuazione del beta-blocco verso l’interruzione durante insufficienza cardiaca acuta scompensata nei pazienti con frazione d’eiezione ventricolare sinistra al disotto del 40%, riceventi in precedenza terapia stabile con beta-bloccante.

Hanno preso parte allo studio 169 pazienti ( 147 quelli valutati ); l’età media era di 72 anni; il 65% era di sesso maschile.

Dopo 3 giorni, il 92.8% dei pazienti che hanno proseguito con il trattamento con beta-bloccante, hanno migliorato sia la dispnea sia lo stato di benessere generale contro il 92.3% dei pazienti che hanno sospeso l’assunzione del beta-bloccante.
Questo rappresentava l’endpoint principale, ed i dati hanno raggiunto l’obiettivo della non-inferiorità.

Risultati simili sono stati ottenuti a 8 giorni.

Alcuni parametri ( livelli plasmatici di BNP al giorno 3, durata del ricovero ospedaliero, il tasso di ri-ospedalizzazione, incidenza di mortalità ) a 3 mesi sono risultati simili.

A 3 mesi il 90% dei pazienti stava assumendo la terapia con beta-bloccante, contro il 76% ( p<0.05 ).

In conclusione, nel corso dell’insufficienza cardiaca acuta scompensata, la continuazione della terapia con beta-bloccanti non è associata a miglioramento ritardato o a minor grado di miglioramento; dopo 3 mesi è stato riscontrato un più alto tasso di prescrizione cronica di beta-bloccante. ( Xagena_2009 )

Jondeau G et al, Eur Heart J 2009; 30 : 2186-2192



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