Scompenso cardiaco cronico: possibile ruolo della Talidomide in aggiunta alla terapia standard


L’infiammazione e la degradazione della matrice possono avere un ruolo nell’insufficienza cardiaca cronica.

Uno studio norvegese ha valutato l’impiego della Talidomide, un farmaco con proprietà immunomodulanti e stabilizzanti la matrice, nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica secondaria a cardiomiopatia dilatata idiopatica o a coronaropatia.

Un totale di 56 pazienti con insufficienza cardiaca cronica e frazione di eiezione ventricolare sinistra inferiore al 40% che erano già in trattamento convenzionale ottimale è stato assegnato in modo casuale a Talidomide ( 25mg una volta al giorno, con aumenti del dosaggio fino a 200mg ) oppure a placebo per 12 settimane.

Durante il trattamento con Talidomide, ma non con placebo, c’è stato un marcato aumento della frazione d’eiezione ventricolare sinistra assieme ad una significativa riduzione del volume telediastolico del ventricolo sinistro e della frequenza cardiaca.

Questo miglioramento della frazione d’eiezione del ventricolo sinistro era accompagnato da una riduzione della metatalloproteinasi-2 della matrice senza alcun cambiamento del suo inibitore endogeno, indicando un effetto stabilizzante la matrice.

La Talidomide ha anche indotto una riduzione nella conta totale dei neutrofili ed un aumento dei livelli plasmatici del Tumor Necrosis Factor ( TNF-alfa ), indicando effetti sia proinfiammatori sia antinfiammatori.

L’effetto della Talidomide sulla frazione d’eiezione ventricolare sinistra era più marcato nella cardiomiopatia dilatata idiopatica che non nella malattia coronarica.

Secondo gli Autori la Talidomide potrebbe avere un ruolo nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica in aggiunta alla tradizionale terapia. ( Xagena_2005 )

Gullestad L et al, Circulation 2005; 112: 3408-3414




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