L'aggiunta di un sartano alla terapia standard riduce l'incidenza di fibrillazione atriale nei pazienti con insufficienza cardiaca


La fibrillazione atriale è frequente nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica.

Studi sperimentali hanno dimostrato che l’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone può prevenire la fibrillazione atriale.

Nel programma CHARM gli effetti dell’antagonismo del recettore dell’angiotensina con l’impiego di Candesartan ( Acatand/Racatand ) sulla morbilità e mortalità cardiovascolare sono stati valutati in un ampio gruppo di pazienti con scompenso cardiaco cronico.

Hanno preso parte allo studio 7.601 pazienti con scompenso cardiaco cronico, e ridotta o preservata funzione sistolica ventricolare sinistra.
Questi pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Candesartan 32mg/die oppure placebo nei 3 studi che compongono il programma CHARM.

I principali outcome dello studio erano rappresentati da morte cardiovascolare, ospedalizzazione per scompenso cardiaco cronico, e mortalità per tutte le cause.
L’incidenza di nuova fibrillazione atriale era invece un end point secondario.

Il periodo osservazionale mediano è stato di 37.7 mesi.

L’84.8% dei pazienti non ha presentato fibrillazione atriale all’ECG di base.
Di questi, il 6.08% ( n = 392 ) ha sviluppato fibrillazione atriale nel corso del periodo osservazionale, il 5.55% nel gruppo Candesartan ed il 6.74% nel gruppo placebo ( odds ratio, OR = 0.812; p = 0.048 ).

I dati hanno dimostrato che l’aggiunta di Candesartan alla terapia per lo scompenso cardiaco, è in grado di ridurre l’incidenza di fibrillazione atriale in un’ampia popolazione di pazienti con scompenso cardiaco cronico. ( Xagena_2006 )

Ducharme A et al, Am Heart J 2006; 151: 985-991






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