Studio SOCRATES-REDUCED: Vericiguat nei pazienti con peggioramento dello scompenso cardiaco cronico e ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra


L’aggravamento dello scompenso cardiaco cronico costituisce uno dei principali problemi di sanità pubblica.
L'obiettivo di uno studio è stato quello di determinare il dosaggio ottimale e la tollerabilità di Vericiguat, uno stimolatore della guanilato ciclasi solubile, in pazienti con peggioramento dello scompenso cardiaco cronico e ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ).

Nello studio di dose-finding di fase II sono stati randomizzati 456 pazienti arruolati in Europa, Nord America e Asia nel periodo 2013-2015 con follow-up terminato a giugno 2015.
I pazienti erano in condizioni cliniche stabili con FEVS inferiore a 45% entro le 4 settimane successive all’evento di peggioramento dello scompenso cardiaco cronico, definito come un aggravamento dei segni e dei sintomi di congestione ed elevati livelli dei peptidi natriuretici con necessità di ospedalizzazione o terapia con diuretici per via endovenosa.

I pazienti sono stati assegnati a placebo ( n=92 ) oppure a una di 4 dosi target giornaliere di Vericiguat per via orale ( 1.25 mg [ n=91 ], 2.5 mg [ n=91 ], 5 mg [ n=91 ] e 10 mg [ n=91 ] ) per 12 settimane.

L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione a 12 settimane rispetto al basale dei livelli di frammento N-terminale del propeptide natriuretico cerebrale ( NT-proBNP ) dopo trasformazione logaritmica.
L’analisi primaria prevedeva il confronto dei dati aggregati dei 3 gruppi che assumevano Vericiguat alle dosi più elevate versus placebo, mentre l’analisi secondaria ha valutato la relazione dose-risposta di Vericiguat e l’endpoint primario.

Complessivamente, 351 pazienti ( 77.0% ) hanno completato il trattamento con il farmaco in studio con misurazioni valide dei livelli di NT-proBNP senza deviazioni sostanziali dal protocollo, risultando eleggibili alla valutazione dell’endpoint primario.

Nell’analisi primaria, dopo trasformazione logaritmica, le variazioni dei livelli di NT-proBNP a 12 settimane non sono risultate significativamente differenti tra il gruppo aggregato randomizzato a vericiguat ( valori log-trasformati: basale 7.969; a 12 settimane 7.567; differenza -0.402; medie geometriche: basale 2890 pg/ml; a 12 settimane 1932 pg/ml ) e il gruppo placebo ( valori log-trasformati: basale 8.283; a 12 settimane 8.002; differenza -0.280; medie geometriche: basale 3955 pg/ml; a 12 settimane 2988 pg/ml ) ( differenza delle medie -0.122; IC 90% da -0.32 a 0.07; rapporto delle medie geometriche 0.885, IC 90% 0.73-1.08; p=0.15 ).

L’analisi secondaria esplorativa ha evidenziato una relazione dose-risposta secondo la quale le dosi più elevate di Vericiguat sono risultate associate a una maggiore riduzione dei livelli di NT-proBNP ( p inferiore a 0.02 ).

L’incidenza di eventi avversi è stata del 77.2% nel gruppo placebo e del 71.4% nel gruppo Vericiguat 10 mg.

In conclusione, nei pazienti con peggioramento dello scompenso cardiaco cronico e ridotta FEVS, il Vericiguat non ha determinato effetti significativi sulle variazioni dei livelli di NT-proBNP a 12 settimane rispetto al placebo ma è risultato ben tollerato.
Sono necessari ulteriori studi clinici sul Vericiguat che valutino la relazione dose-risposta evidenziata in questo studio al fine di stabilire il potenziale ruolo di questo farmaco nei pazienti con peggioramento dello scompenso cardiaco cronico. ( Xagena_2015 )

Fonte: JAMA, 2015

Xagena_Medicina_2015