Le statine associate a un più basso rischio di mortalità tra gli anziani con una recente diagnosi di scompenso cardiaco cronico


La malattia coronarica è una delle principali cause dell’insufficienza cardiaca.
Le statine sono farmaci efficaci per la prevenzione primaria e secondaria della coronaropatia, ma non è noto il loro effetto nelle persone con insufficienza cardiaca.

Lo studio di coorte retrospettivo ha interessato la popolazione della provincia dell’Ontario in Canada di età compresa tra i 66 e gli 85 anni ( età media pari a 76.5 anni ), non affetti da tumore e con sopravvivenza di almeno 90 giorno dopo ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca di recente diagnosi.

L’outcome primario era rappresentato dal rischio di morte per qualsiasi causa, di infarto miocardico acuto non fatale o di ictus non fatale tra le persone recentemente trattate con statine ( n = 1.146 ) rispetto a quelle che non assumevano questi farmaci ( n = 27.682 ).

Durante i 7 anni dello studio, morte, infarto miocardico acuto o ictus si sono presentati in 217 pazienti che assumevano statine ( 13.6 per 100 persone-anno ) contro i 12.299 che non le assumevano ( 21.8 per 100 persone-anno ) ( hazard razio, HR = 0.72 ).

La maggior parte dei benefici della terapia con statine era associata ad una riduzione della mortalità per qualsiasi causa ( HR aggiustata = 0.67 ).

Non è stata osservata alcuna riduzione per i successivi infarti miocardici ( HR aggiustata = 0.81 ) o ictus ( HR aggiustata = 0.81 ).

Questi risultati indicano che l’impiego di statine è associato ad un più basso rischio di decesso tra le persone anziane con una recente diagnosi di insufficienza cardiaca congestizia.

Lo studio presenta dei limiti; non sono stati considerati tutti i fattori di rischio, tra cui la frazione di eiezione ventricolare sinistra ed i livelli plasmatici dei lipidi.( Xagena_2005 )

Ray JG et al, Arch Intern Med 2005; 165: 62-67



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